17/01/08

Ma davvero il nostro caro crede nella teoria geocentrica?


Sebbene il nostro Santo Pontefice di cretinerie ne abbia dette, almeno a mio parere, questa volta mi sono chiesto se davvero avesse potuto pensare che il processo contro Galileo fosse stato giusto come la sua condanna; insomma se credesse che sia il Sole a girare intorno alla Terra. Quindi mi sono procurato uno stralcio del discorso ufficiale dell'allora Cardinal Ratzinger (15/03/1990) e dopo averlo letto...N.B. A mio parere stiamo vivendo una situazione allrmante e questo ne è solo un esempio. Basti pensare anche al caso Mastella (che dovrebbe essere il caso solo di sua moglie) e alle leggi che in seguito ad esso modificheranno (almeno queste sono le intenzioni dei politici che ha commentato il fatto), oppure al caso Forleo. Sia la destra che la sinistra, sia la Rai che Mediaset, volutamente omettono notizie chiave per la comprensione reale dei fatti. Ponete la vostra attenzione a questo riguardo, ma soprattutto informatevi dalle fonti minori stando però sempre attenti a non incappare nei censori.
Cari professori e cari studenti dell'Universita' "La Sapienza" (ma anche tutti gli altri), di seguito potete leggere cio' che l'allora cardinale Ratzinger disse REALMENTE a Parma, a proposito di Galileo.Non si tratta della riproduzione integrale del discorso di Joseph Ratzinger (finora e' stato impossibile trovarlo), ma dello "stralcio" delle riflessioni su Galileo ed e' questo che, al momento, ci interessa.L'allora cardinale non ha in nessun modo fatta propria la frase di Feyerabend ("La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione"), ma l'ha semplicemente citata in un discorso piu' ampio sulla necessita' di discutere seramente della scienza moderna.Oltre a Feyerabend, l'allora cardinale cito' altri intellettuali. Siamo onesti e andiamo alle fonti! Non fidiamoci mai della vulgata mediatica o dell'ideologia che tende a farci diventare tutti uguali uniformandoci al pensiero unico.
R.
Joseph RATZINGER La crisi della fede nella scienzatratto da Svolta per l'Europa? Chiesa e modernità nell'Europa dei rivolgimenti, Paoline, Roma 1992, p. 76-79. "Nell'ultimo decennio, la resistenza della creazione a farsi manipolare dall'uomo si è manifestata come elemento di novità nella situazione culturale complessiva. La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile. Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso Galileo. Questo fatto, ancora poco considerato nel XVII secolo, venne -già nel secolo successivo- elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro Medioevo (1).Secondo Bloch, il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico- si fonda su presupposti indimostrabili. Tra questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l'affermazione dell'esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria della relatività. Egli scrive testualmente: «Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poiché la misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così ?qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi? adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile» (2). Curiosamente fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico, uno dei primi ad opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova interpretazione dell'accaduto. Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna della scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli ne trae: «Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo» (3). Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora chiaramente differenziate fra loro sotto il profilo metodologico, riconoscendone sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più drastico appare invece un giudizio sintetico del filosofo agnostico-scettico P. Feyerabend. Egli scrive: «La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» (4).Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica. Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: «Perché la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?», ma esattamente quella opposta, cioè: «Perché la Chiesa non ha preso una posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?». Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...] Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica".
(1) Cfr. W. Brandmüller, Galilei und die Kirche oder das Recht auf Irrtum, Regensburg 1982. (2) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920; Cfr F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 110. (3) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920s.; F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 111. (4) P. Feyerabend, Wider den Methodenzwang, FrankfurtM/Main 1976, 1983, p. 206.© Copyright 1990-2008 - Libreria Editrice Vatica€€na

7 commenti:

Anonimo ha detto...

We Fabbro...intanto auguri per il neoBlog!Condivido in pieno quanto hai scritto in questo tuo primo succulento post:ne parliamo con calma stasera..perchè la cosa mi interessa assai...

Anonimo ha detto...

Ajò Favrì, benvenuto nel maggico mondo dei bloggu.

In breve la mia opinione.

Per come la vedo: esistiamo in un mondo di istanze contrapposte e necessarie dove l'unica "verità" non risiede nella morale o nei sistemi etici, piuttosto nell'autoconservazione di cui i predetti sono espressione. Stiamo in equilibrio tra ying e yang tentando di non cascare giù,inzomm. Nel caso in specie tra scienza e "sentimento" (qui religioso).
Entrambi hanno le proprie perniciose degenerazioni. Lo scientismo, l'eccesso di razionalità, al pari d'un oscurantismo medievale, può condurre a iniquità sostanziali che hanno da essere "moderate" attraverso il riferimento a sistemi altri e il confronto con questi.
Tornando un secondo al discorso della "conservazione": accanto... Anzi, sotto al generale desiderio di salvaguardia del consorzio umano, quantomeno della porzione che noi si rappresenta, sta l'intenzione, la necessità, la cupidigia di conservare uno status. Diciamocelo, il Papa, a differenza del Panda (rigorosamente maiuscolo) non ha alcuna voglia di estinguersi e così ecclesiastici, rabbini, imam e compagnia cantando, i quali ,in definitiva, propugnano sistemi morali non "sbagliati", ma spesse volte talmente corrotti e gravati da sovrastrutture da indurti ad organizzare battute di "caccia al prete".
Dette tutte ste cazzate, uscendo un attimo dal "mio mondo" -e che la petrizzelli bruci all'inferno- per entrare in quello "reale", beh, gli studenti e i professori che hanno rotto i coglioni per la visita del Papa alla Sapienza sono delle EMERITE TESTE DI CAZZO!
1) Perchè un confronto civile, basato sulla dialettica più che sulle mazze da baseball, non avrebbe nuociuto a nessuno
2) Perchè non siamo di fronte ad un a "ingerenza" istituzionalizzata ma ad una tantum
3) Perchè , in linea di principio, Franco Califano non andrebbe stimato più del Santo Padre... E chi ha orecchie per intendere... le ha anche per farsi dei piercing....

Ciauauauauauauau

Anonimo ha detto...

Rado...il problema secondo me risiede nelle modalità con cui è stato invitato il Pastore Tedesco:è inopportuno invitare il Capo di una religione per l'inaugurazione dell'Anno Accademico, occasione nella quale si esprimono persone e concetti riguardanti la realtà accademica, appunto.
Io non sopporto (perchè non è vero) questa dannata e fottuta capacità della Chiesa di ergersi a paladina dei Giusti, perseguitata dai "laici", senza spazio per esprimersi...Provate a leggere un qualsiasi giornale o, peggio, la TV e v'accorgerete della Onnipotenza di questi clericali, che oggi come non mai riescono a dirigere il carrozzone vile della politica verso approdi a lorsignori utili e conservatori (vedi le questioni sui diritti civili e queta abominevole "moratoria sulla legge 194").
Non è stato negato al Papa alcun diritto; c'è stata solo una presa di posizione di alcuni docenti che han criticato le sue tesi (poi effettivamente rettificate); non c'era alcun pericolo di incidenti, come invece s'è voluto far passare perchè ancora si crede che siamo TUTTI una società di caproni accecati dai dogmi e dalle "sante parole" di un Ratzinger o di un Ferrara Binetti Buttiglione Bondi (che è lo stesso) di turno..

Anonimo ha detto...

Guarda, Frank, il discorso che faccio è di massima: come ben sai la contingenza politica mi fa abbastanza una sega. E viceversa.
Nel mio piccolo, ritengo non faccia onore a certe "menti illuminate" l'abbarbicarsi a risibili questioni di principio.
In questo caso, l'accento non va posto -se non indirettamente- sull'ingerenza temporale della chiesa quanto sulla necessità e le modalità del confronto. Dal mio punto di vista, smontare il vescovo di roma in "presa diretta" sarebbe stato di gran lunga meglio.
Poi, per carità, a ciascuno il proprio modo di prender parte all'eterna lotta tra "bene" e "male".
Oltre tutto, non credo che il pontefice si sarebbe recato alla Sapienza per muovere un J'accuse al povero Galileo.
Più che in queste beghe di vicinato , i laici dovrebbero far sentire la loro voce riguardo questioni di maggior rilievo. La famigerata moratoria sulla 194 in primis.
Anche io non gradisco determinati costumi della chiesa: mi fan schifo come, chessò, la gran parte delle cose che succedono in Iran; tuttavia, in entrambi i casi siamo di fronte a società secolarizzate, con tradizioni proprie.Non credo ci sarà mai possibile scuotere il Vaticano dalle fondamenta.
Ste visite papali vanno giudicate come quelle d'un capo di stato estero, né più né meno. Ovvio , nessun paese al mondo dovrebbe azzardarsi a interferire con gli affaracci di un altro. Nel nostro caso, però, i terreni di scontro andrebbero trovati altrove

Anonimo ha detto...

RAdo tu dici "Dal mio punto di vista, smontare il vescovo di roma in "presa diretta" sarebbe stato di gran lunga meglio."

E' questo il punto:Ratzinger avrebbe dovuto tenere alla Sapienza una lezione senza contraddittorio....!!!

P.S: ditemi voi, porca di una puttana miseria, se è mai possibile che il Presidente della Regione Sicilia - condannato a 5 anni di galera con interdizione dai pubblici uffici - possa candidamente affermare: NON MI DIMETTO, DA DOMANI ALLE 8 TORNO A LAVORO...

BASTAAAAAA!!!!!!

Anonimo ha detto...

Nessun contraddittorio?humm, questo è male!
We, sdronzoni , buona abboffata di carne! Io mi godo la febbra.
LA FEBBRAA

Luca ha detto...

E' un discorso inaugurale mica una conferenza... poi il papa esprime delle opinioni tu se sei cristiano dovresti rifletterci altrimenti semplicemente dire sono o non sono d'accordo.
Ancora sull'aborto se sei cristiano e condividi l'idea che il concepimento sia l'inizio della vita dovresti batterti perchè la tematica è importante, i modi si possono anche discutere magari...